22.5.13

Echi #3 | Pierre Clémenti

Visa de Censure n°X (Pierre Clémenti)
Francia, 1967
42 minuti

"Incontro tra l'immagine e le pulsioni psichedeliche colorate di quell'epoca livemente acida... Desiderio di ritrovare il canto delle origini, immagini che si iscrivono fino a noi come un doppio e che ci fanno segno. A tastoni nella camera nera dalle idee multinazionali, io fremo e balbetto. Cinema dell'interno e dell'esterno, di ciò che è dietro e di ciò che è dentro... Faccia a faccia con lo specchio magico dalle multiple visioni, ritrovo il filo della mia memoria e schiudo in un attimo l'album di famiglia, di nascita e di morte. Davanti a questo torrente di impressioni multicolore, cartoni animati, rianimati dalla passione e l'amore dell'uomo dalla valigia di cartone, agitavo le mie grandi forbici e tagliavo e ritagliavo come uno scultore ispirato di fronte alla sua prima opera. Cascate di immagii riemerse dal cuore del tempo, l'istante in cui tutto si capovolge, sala di montaggio di un battello ebbro...
Nuovi segni si inscrivono sulla carne della pellicola. La giovinezza di questo film (1967) furono le emozioni, gli eventi, le riflessioni, lo scorrere del tempo... Per il montaggio, una selezione di scene per molti anni, come il vecchio vino, frammentata da nuove invenzioni, scoperte, nuovi ritmi restituò a questo film tutta l'innocenza e la gioia di riscoprire intatto il mistero del cinematografo"  - Pierre Clémenti -


Basterebbe vedere Soleil (1988) per farsi un'idea della tumultuosa vita di Pierre Clémenti, artista puro, ribelle, anarchico, trasgressivo, visionario; vera icona rappresentativa di quello spirito anticonformista che caratterizzava gli anni '60/70 e che ha sempre cercato la massima realizzazione artistica attraverso i sentieri dello sperimentalismo. Basterebbe vedere Soleil perchè in definitiva, più corto e fruibile di Visa de Censure n°X: 42 minuti di pellicola in LSD, realizzata in 16 millimetri nel 1967 e sonorizzata nel '75, che ingloba totalmente la visione psichedelico-esistenziale dell'autore. Un'opera figlia dei tempi e della cultura dell'epoca, specialmente nella seconda parte, quando l'assillante flusso caleidoscopico di immagini allucinogene si distende, aprendo un varco alle nostalgiche sonorità dei Delired Cameleon Family, un'originale fusione tra rock-progressive, jazz ed elettronica, che riecheggiano in un'atmosfera pervasa dall'inebriante profumo dei fiori, l'odore di marijuana, la voglia di libertà. E con la graffiante apparizione di Tina Amount e Philippe Garrel, sommersi tra fumi e nebbie, i segnali all'imminente rivoluzione sessantottina, sono già manifesti... Ipnotico!

8 commenti:

  1. Io ho visto Visa de Censure n°X su youtube, un film (chiamiamolo così,per comodità) allucinogeno, che il regista deve avere girato in preda a chissà quali sostanze psicotrope. Hai ragione, un'opera figlia di quel tempo, che oggi suscita "nostalgia". "Soleil" non lo conoscevo. Ma, da come ne parli, deve essere sicuramente interessante. Grazie!

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    1. Se hai già visto questo, la visione di Soleil non ti aggiunge granchè (moltissime scene riproposte), è in pratica lo stesso esperimento in forma ridotta e per questo, più facile ad un approccio iniziale.
      Ma a parte i suoi esperimenti psichedelici, Cleménti era un attore fantastico, giusto per citarti alcuni film da lui interpretati: I Cannibali, Porcile, La Lit de la Vierge, Bella di Giorno, Partners... e c'è ne sarebbero!

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  2. Ohccazzo, a momenti mi perdevo questo post. Ma dove l'hai trovato? Sto sbavando, ora incarico mio fratello di scaricarmelo.

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    1. No, sul Tubo c'è ancora (deo gratias). Domani lo vedo e ripasso per commentarlo. Recensione splendida, comunque, come al solito.

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    2. Grazie Yorick! Mi sembrava che sul Tubo non fosse completo, ma ho controllato e la durata coincide con la versione in mio possesso. Addentrati pure nel psichedelico universo di Clèmenti :)

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  3. Bellissimo! Ma sono di parte, adoro la scena psichedelica californiana di fine anni Sessanta (sono cresciuto con quella, coi Quicksilver e i Jefferson Airplane ecc., i cui dischi mio padre alternava a quelli dei cantautori nostrani), quindi questo film non può, per me, che essere un capolavoro nel suo genere. Ha un che di wharoliano, o forse no, forse è semplicemente il fatto che sia Clementi che Wharol fossero dei fanatici dell'acido lisergico... a ogni modo, conta poco: il film è stupendo, e io non posso che ringraziarti per la segnalazione.

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    1. Quando si tratta di qualsiasi cosa, artistica, culturale, politico-sociale, riguardante quel periodo storico a cavallo tra i '60 e '70, sono decisamente di parte pure io Non esiterei un attimo a farmi rinchiudere in una macchina del tempo per poter essere catapultato in pieno '68, magari in Francia...
      E parlando proprio di maggio '68, a questo punto presumo (spero) che tu abbia visto "Les Amants Reguliers" (2005) di Philippe Garrel: a mio avviso è il miglior film contemporaneo sulla ricostruzione di quegli eventi (un'altro pianeta da "The Dreamers" di Bertolucci), anche perchè Garrel, li ha vissuti in prima persona. Devo ancora vedere l'ultimo di Assayas però...

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    2. No, purtroppo devo ancora vederlo, ora me lo segno. Grazie.

      Ho però visto quello di Assayas, un bel film che, però, risulta un filino troppo "adolescenziale"

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